I misteri della copertina Blood on the Dance Floor
In una delle ultime puntate di Mistero è stato affrontato il caso dellacopertina di Michael Jackson, Blood on the Dance Floor.
Sinceramente non la conoscevo, ma ciò che è stato rivelato mi ha portato a riflettere sul caso, un po' come è successo per lacopertina di Abbey Road dei Beatles.
Secondo alcuni, la copertina, uscita nel 1997, presenta dei segnali di quella che quattro anni dopo sarebbe stata la tragedia dell'11 Settembre 2001.
Il titolo della copertina è Blood on the Dance Floor, cioè sangue sulla pista da ballo.
Un titolo poco positivo e che di per sè dà l'idea di un momento tragico.
Michael Jackson si presenta al centro di essa, in abito rosso: in alcuni gruppi esoterici, il rosso è simbolo di morte e sacrificio.
Il cantante indossa attorno al braccio destro una fascia nera, in segno di lutto.
Ma ciò che più fa riflettere è lo sfondo: dietro il re del pop è disegnata New York, con i suoi grattacieli che si riflettono sulla pista da ballo a scacchi.
Badate bene, però: sulla sinistra, solo una delle Torri Gemelle è rappresentata.
E l'altra?
E quella nube di fumo che copre l'azzurro del cielo?
Ricorda tanto le drammatiche immagini di quella giornata di terrore.
Inoltre, altri due sono gli elementi curiosi: primo, le braccia del cantante sono in una posizione che sembra ricordare le lancette dell'orologio, lancette che segnano le 8e45, proprio l'ora in cui cadde la prima delle due torri del World Trade Center; secondo, in alto a destra è rappresentata l'ultimo quarto di Luna e quell' 11 Settembre 2001 la Luna era proprio all'ultimo quarto.
Un mistero, sì, che ci fa riflettere e pensare: può davvero essere che qualcuno decida le sorti dell'intero pianeta, causando stragi e tragedie e sacrificando così migliaia di vita umane?
Forse Michael Jackson non era a conoscenza di questa notizia riguardante il futuro, ma chi ha disegnato quella copertina o altre persone sì.
D'altronde, ancora oggi gira la voce che siano stati proprio gli Americani a causare quella tragedia.
Siamo ormai abituati a sentire delle cose e a chiederci se quello che ci raccontano sia la verità o solo una bugia.
Facciamo così anche in questo caso!